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ANATOMIA VISIVA DI OFFICINA 21F

Il limes non è nello strumento fotografico ma in chi pretende fedeltà  di riproduzione. Il concetto, di per sé assurdo, sostenuto dai molti, non ha logica quando lo si confronta con la realtà che ci circonda. Ciò che noi vediamo o percepiamo tramite i nostri cinque sensi non è realtà reale ma sensazioni di essere reali.

 

Pertanto, a nostro avviso,  pretendere che la fotografia sia strumento di verità assoluta è alquanto discutibile poiché nel momento in cui si scatta una foto i piani visivi si differenziano e si alterano sul nascere. Un tavolo, ad esempio, non sarà più un tavolo una volta raggiunta la superficie sensibile della pellicola o del sensore digitale e non sarà tavolo nemmeno sulla carta stampata. In verità, non lo era nemmeno prima dello scatto benché alcuni siano convinti del contrario.

 

Le cause di queste lacune interpretative risiedono, tutte, nel nostro cervello che ha l’abilità sconcertante di modellare qualsiasi contenuto esistenziale.  La sua logica nasce, si struttura e si definisce per una sola dimensione; la “sua” realtà che sembra essere la nostra. Per porre rimedio a questa sua autocrazia dobbiamo, per forza di cose, corrompere i nostri stati di coscienza e creare dimensioni diverse dove tutto è possibile se si ha il coraggio di alienare la consumistica e affidabile realtà conosciuta.

 

Per intenderci, lo strumento fotografico non può e non potrà modellare forme nuove finché l’autore persiste nell’uso meccanico del mezzo fotografico. L’automatismo cognitivo non è utile in fotografia se per fotografia intendiamo trasporre emozioni visive o tratti che differiscono dal  consueto.

 

Certo…conoscere e ben usare lo strumento è importante, per carità, ma la fotografia non si limita unicamente alla perfezione del risultato.

 

Se in una foto di paesaggio ci sono solo tetti saranno tetti anche per chi guarda.

Questo per dire che:

a che cosa serve fagocitare razionalità se l’intento ha valenza artistica e se per Arte intendiamo scardinare preconcetti già vissuti, già visti?

 

Senza togliere nulla a chi usa la fotografia per dilettarsi e senza togliere nulla a coloro che della fotografia ne fanno un principio di tecnica e di risultato la scelta  di “OFFICINA 21F” si orienta verso una fotografia immaginata, scomposta, disordinata, priva di  regole obsolete che ne limitano i tratti. Usa, per scelta, mezzi illeciti, icone posticce per confondere e disorientare.

 

 

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